In Afghanistan la musica è finita.

di | 27 Agosto 2021

La restaurazione jihadista dell’Afghanistan prosegue. Il neo ministro dell’informazione del nuovo Emirato dell’Afghanistan (già portavoce dei talebani) Zabihullah Mujahid, ha già precisato alla stampa che la musica è proibita. Già iniziati i blitz nelle stazioni radio, con alcuni esponenti del mondo artistico afgano arrestati o addirittura uccisi sommariamente. Molte trasmissioni radiofoniche sono state chiuse e i programmi televisivi non avranno più sigle o intermezzi musicali.
L’ideologia talebana resta la stessa e non c’erano dubbi su questo. Tanto è vero che Zabihullah Mujahid ha tenuto a precisare che l’Emirato sarà retto soltanto dalle legge islamica, la sharia, in una delle sue interpretazioni più dure.
Il prof. Paolo Luigi Branca, docente di lingua e letteratura araba alla Cattolica di Milano, ha spiegato alla Stampa che «Le fonti della legge islamica sono il Corano e la Sunna, cioè i detti del profeta Maometto. Il Corano ha poche centinaia di versetti giuridici, mentre la Sunna nei primi due secoli d’Islam è stata ritenuta la fonte principale. Il Corano non parla mai di musica. Nella Sunna, nell’interpretazione di alcuni detti del profeta è prevalso che la musica ecciti, come vino e alcol. Dunque induce al peccato».

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